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domenica 2 gennaio 2011

Il gobbo di notre dame

In una cupa Parigi della fine del XV secolo ha inizio il film. Chi regna con metodo dittatoriale la città considera il popolo e gli zingari esseri socialmente inferiori. Nel tragico preambolo dei soldati inseguono e circondano una famiglia di zingari. Quando improvvisamente una donna fugge per cercare la salvezza assieme al figlio è inseguita a cavallo dal giudice (nel romanzo originale un arcidiacono) Claude Frollo. Quando la donna giunge ai piedi della cattedrale di Notre-Dame viene tragicamente uccisa da Frollo, che gli fa battere il capo in una rovinosa caduta. Frollo si appropria quindi del fagotto della donna e scopre solo in quel momento che nasconde un neonato. La sorte della creatura è irrimediabilmente segnata, ma l'imprevisto quanto tempestivo interporsi dell'arcidiacono di Notre-Dame evita l'ennesimo assassinio. Per questo però la creatura dovrà rimanere per sempre confinata nella grande cattedrale parigina.
Quasimodo, il nome che gli è posto (che significa "formato a metà"), senza cure cresce ancor più deforme nel fisico e sconosciuto a chiunque. Molti hanno però udito dell'esistenza di un misterioso essere confinato nella torre della chiesa.
Anni dopo, un Quasimodo adolescente assiste dalla sua "casa" all'allegro arrivo delle carovane di nuovi gitani. Arrivano in città a celebrare la Festa dei Folli al 6 gennaio. Il giovane campanaro trascorre le giornate appollaiato sulle guglie, in compagnia di animati gargoyle di pietra quando nota tra gli zingari una bella ed esuberante ragazza di nome Esmeralda.[1]
Estremamente agile, oltreché dotato di forza sovrumana, il campanaro scende facilmente dalla torre per immergersi tra la folla mascherata. È in atto l'elezione del Re dei folli: la maschera più brutta e orripilante. Vedendolo per la prima volta ma scambiandolo per una messa in scena Quasimodo finisce, senza volerlo, per essere acclamato vincitore. Ben presto la folla scopre che non è una finzione. Esplode in risa e sberleffi arrivando addirittura a colpirlo con frutta e ortaggi. Esmeralda, orripilata dalla scena si affretta, lei sola, in sua difesa. Quando il giudice Frollo vede quel che accade e riconosce il giovane Quasimodo manda uomini armati e Febo, il capitano delle guardie,[2] a catturare il fuggitivo e la ragazza. Proprio quando i soldati sopraggiungono, Esmeralda con un trucco da zingara scompare, mentre il povero campanaro è costretto a tornare nella torre di Notre-Dame.
L'evento fa scaturire nell'apparente immaturo (altra notevole trasfigurazione dal personaggio del libro) campanaro un sentimento sconosciuto: in Esmeralda ha visto, anche se per un breve attimo, la solidarietà e l'amicizia. Desidera quindi ardentemente e al più presto incontrarla nuovamente. Frollo, che nel frattempo trama rancore e vendetta verso gli zingari e contemporaneamente spasima per avere Esmeralda, dà ordine di cercarli in tutta la città, se necessario mettendola a ferro e fuoco. All'ennesimo episodio di sopraffazione e violenza verso gente inerme l'animo e la moralità del capitano delle guardie insorge. Febo si ribella al potere del giudice, rischiando di essere ucciso. È salvato in extremis, proprio da Esmeralda. La ragazza chiede all'ingenuo Quasimodo di nascondere e curare Febo.

Frollo che ha però intuito il sentimento che unisce i giovani decide di sfruttare l'ingenuità del campanaro e di tendere un tranello. Rivela a Quasimodo che ha scoperto il luogo in cui si nascondono gli zingari, e che all'alba lo attaccherà con ingenti forze. In realtà si tratta solo di un pretesto, ovvero di una scusa, per obbligare Quasimodo ad andare ad avvisare gli zingari. Quasimodo e Febo si recano quindi alla Corte dei Miracoli, il luogo segreto dove si nascondono tutti i fuorilegge. Non sanno però che Frollo e i soldati li stanno seguendo. Il tranello di Frollo è dunque compiuto. Imprigiona Febo e gli zingari, condannando Esmeralda al rogo e incatenando Quasimodo nella cattedrale. L'indomani all'alba, davanti allo spettacolo di Esmeralda morente, Quasimodo si ribella e riesce a liberarsi, salvandola. Nel frattempo Febo e gli zingari attaccano i soldati, ma Frollo riesce ad entrare a Notre-Dame e a liberarsi dell'arcidiacono; tenta di uccidere Quasimodo, ma il campanaro riesce a fuggire, nascondendosi con la ragazza svenuta sull'estremità di un balcone. Frollo li segue, ma precipita verso la morte e l'Inferno prima di poter dare il colpo di grazia ad Esmeralda; il gargoyle su cui Frollo si appoggia si rompe.
Febo ed Esmeralda coronano la loro unione e il buon Quasimodo è acclamato dalla folla. Una delle tante morali che rimangono vive nella mente dello spettatore, è che chiunque sappia amare è da amare, a dispetto del fisico o stato sociale. 


Il gobbo di notre dame         





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